Samarcanda, il cui nome nella lingua locale significa "Fortezza di pietra", è una città dell’Uzbekistan situata al centro dell’antica via della Seta, la principale rotta commerciale tra la Cina e l'Europa. Marco Polo, nel libro Il Milione, il resoconto del suo viaggio in terre asiatiche intrapreso verso la fine del 1200, la descrive così: "...è una città nobile, dove sono bellissimi giardini, e una pianura piena di tutti i frutti, che l'uomo può desiderare. Gli abitanti, parte son Cristian, e parte Saraceni, e sono sottoposti al dominio d'un nepote del Gran Can". Nel corso della sua storia, lunga circa 2700 anni, fu infatti conquistata e dominata da numerose popolazioni: era capitale del Primo impero persiano già quando Alessandro Magno giunse in quei territori, successivamente fu posta sotto il controllo arabo, poi nel 1370 Tamerlano, condottiero mongolo, decise di renderla magnifica e usarla come capitale del suo Impero - quello timuride - che si sarebbe esteso dall'India alla Turchia. Abbandonata definitivamente nel XVIII secolo, nel 1868 Samarcanda divenne parte dell'Impero russo e infine parte dell'Unione Sovietica fino al 1991.
La sua storia unica e millenaria che l’ha resa un “crocevia di culture” le ha permesso di essere inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco nel 2001.