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Il Colosseo

L’Anfiteatro Flavio, noto come Colosseo, è allo stesso tempo il simbolo della città in cui si trova, Roma, e di un periodo storico, quello dell’Impero romano. L’edificio, considerato il più grande anfiteatro del mondo, fu costruito in soli dieci anni, fra il 70 e l’80 d.C., per ospitare battaglie di gladiatori, cacce di animali esotici e battaglie navali. Dal 1980 fa parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco, insieme a tutto il centro storico romano. Oggi è uno dei monumenti più visitati e fotografati al mondo.

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Il Pantheon di Roma

Il Pantheon, dal greco antico ntheon [hieròn], “[tempio] di tutti gli dèi”, è un edificio situato nell’odierno rione Pigna, nel centro storico di Roma. Fondato nel 27 a.C. da Agrippa, genero di Augusto, fu ricostruito dall'imperatore Adriano nel II secolo e all'inizio del VII convertito in basilica cristiana, permettendogli di sopravvivere quasi integro alle spoliazioni effettuate successivamente su numerosi monumenti antichi. Qui riposano anche le spoglie di illustri personaggi delle arti e della storia italiana tra cui: Baldassarre Peruzzi, Raffaello Sanzio, Annibale Carracci, Arcangelo Corelli, il re Vittorio Emanuele II di Savoia.

Di proprietà dello Stato italiano, è gestito dal 2019 dalla Direzione Musei Statali di Roma e ciò ha fatto registrare, in quello stesso anno, 8 955 569 visitatori, risultando quindi il sito museale statale italiano più visitato.

Il centro storico di Roma, per la sua ricchezza di monumenti unici al mondo, è insignito dell’onorificenza Patrimonio dell’Unesco dal 1980.

 

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Le grotte di Lascaux

Le grotte di Lascaux sono un complesso di caverne situato nei pressi del comune di Montignac in Dordogna, nella Francia sud-occidentale. Le grotte sono famose nel mondo per la presenza di pitture rupestri risalenti al Paleolitico superiore.

Aperte al pubblico nel 1946, furono chiuse nel 1963 perchè le pitture parietali risultavano gravemente danneggiate dall’anidride carbonica prodotta dalle oltre mille persone in visita al giorno; si procedette quindi ad effettuare un restauro che le fece tornare al loro stato originale.

La loro eccezionale qualità e lo stato di conservazione hanno valso al sito il soprannome di “Cappella Sistina della preistoria” e nel 1979 sono state anche inserite nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità protetti dall’Unesco.

A partire dal 1998 però ampie parti del complesso furono attaccate da funghi, causando nuove chiusure per interventi straordinari di manutenzione. Dal 2008, a seguito dell’aggravarsi della situazione, le grotte di Lascaux sono state completamente chiuse al pubblico.
Oggi è però possibile ammirare le riproduzioni dei loro dipinti parietali presso sale espositive appositamente allestite nel parco Le Thot, ad alcuni chilometri da Montignac.

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Su Nuraxi di Barumini

Il sito archeologico Su Nuraxi si trova su un’altura che domina una vasta e fertile pianura nel comune di Barumini, nella Sardegna centro-meridionale, in provincia di Cagliari. Esso rappresenta il più famoso esempio di probabile complesso difensivo dell’età del bronzo, conosciuto come nuraghe, costruzione caratteristica dell’isola sarda. 

Edificato nel II millennio a.C. e occupato fino al III secolo d.C., il nuraghe di Barumini è costituito dalla caratteristica imponente torre centrale a tronco di cono, originariamente alta più di 18 metri, realizzata con pietre molto grandi disposte a secco in cerchi concentrici sovrapposti che si stringono verso la sommità. 

Scoperto dall’archeologo Lilliu negli anni ‘50 del secolo scorso, il sito è stato iscritto per la sua unicità nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco nel 1997.

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I Sassi e le chiese rupestri di Matera

Matera, in Basilicata, è nota per i Sassi, ossia i due quartieri principali della città caratterizzati da abitazioni parzialmente scavate nella calcarenite. Fin dalla preistoria le grotte carsiche della zona hanno offerto riparo all’uomo e con il passare del tempo le case scavate nella pietra sono state sopraelevate, dando origine a una città che è cresciuta in simbiosi con l’ambiente naturale. Allo stesso modo, nel territorio materano sorgono numerose chiese rupestri.

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La necropoli e le piramidi di Giza

Il complesso monumentale di Giza, oggi alla periferia del Cairo, è una delle aree archeologiche più famose al mondo e comprende oltre alla statua della Sfinge le tombe a forma piramidale dei tre faraoni della IV dinastia - compresa nell’Antico Regno (2700-2192 a.C) - vissuti fra il 2585 e il 2250 circa: Cheope, Chefren e Micerino.

La piramide di Cheope è stata, fino al XIX secolo, la costruzione più alta mai realizzata, annoverata già dagli antichi fra le sette meraviglie del mondo, e anche l’unica delle tre a essere arrivata fino a noi abbastanza integra.

Dal 1979 le piramidi di Giza sono nella lista dei Patrimoni dell’Umanità protetti dall’Unesco.


 

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Il sito archeologico di Micene

L’antica città di Micene sorge nel Peloponneso, a circa 120 km da Atene. Capitale della civiltà micenea, sorse nella seconda metà del II millennio a.C. e, secondo l’epica classica, questa civiltà fu a capo della guerra contro Troia.

I suoi resti, insieme a quelli di Tirinto, sono stati portati alla luce nel 1876 da Heinrich Schliemann (1822-90), ricco uomo d’affari tedesco appassionato di archeologia. L’area di entrambe queste città è stata inserita nel 1999 nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

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Il castello di Federico II

Castel del Monte fu costruito alla metà del XIII secolo su una collina nei pressi di Andria ed è il più celebre dei castelli edificati da Federico II di Svevia, imperatore del Sacro romano impero e re di Sicilia. L’edificio rappresenta appieno i molti interessi del sovrano, personaggio dalla cultura profonda che si stabilì a Palermo per riorganizzare il regno dal punto di vista politico, amministrativo e culturale.

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L'abbazia di Mont Saint-Michel

L’abbazia benedettina di Mont Saint-Michel, insieme al borgo fortificato che la circonda, sorge su un isolotto prossimo alla costa francese tra Normandia e Bretagna. La sua costruzione si è protratta dall’XI al XVI secolo, dando vita a un complesso monumentale che ha costituito una delle mete di pellegrinaggio più importanti del Medioevo europeo. Insieme alla Sacra di San Michele in val Susa e al Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano, testimonia la diffusione del culto del santo in aree montuose.

Mont Saint-Michel e la sua baia sono stati inseriti nel 1979 nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.

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Il centro storico di Pienza

La piccola città toscana di Pienza, in val d'Orcia, viene riplasmata nel Quattrocento per volere di papa Pio II. Il pontefice, raffinato intellettuale, vuole farne una città ideale secondo l'utopia umanistica, che mira a creare spazi a misura d'uomo. Benché il progetto urbanistico sia rimasto incompiuto, ancora oggi la piazza Pio II, con i suoi edifici regolari, offre un esempio tangibile della progettazione razionale delle architetture e dell'impianto urbanistico rinascimentali.

Il suo prezioso centro storico ha permesso a Pienza di essere inserita nel 1996 nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.

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La villa Almerico Capra o la Rotonda

Tra le splendide ville progettate nella seconda metà del Cinquecento dall’architetto padovano Andrea Palladio, la villa Almerico Capra (detta "la Rotonda") è tutt’ora la più celebre. L’edificio sorge su un colle, nel verde della campagna vicentina, e da secoli attrae artisti, studiosi e semplici viaggiatori che ne ammirano la sobria e armonica eleganza. Lo scrittore tedesco Goethe, ad esempio, dopo averla visitata scrisse: “Forse mai l’arte architettonica ha raggiunto un tal grado di magnificenza.

La città di Vicenza e le ville palladiane sono iscritti dal 1994 nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.

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I templi di Abu Simbel

Abu Simbel è una località in Egitto meridionale, nel governatorato di Assuan, quasi al confine con l’attuale Sudan.

Qui si trovano i due templi rupestri del XIII secolo a.C. voluti da Ramesse II e rimasti intatti, sommersi da un cumulo di sabbia, fino al 1813 quando furono scoperti dall'esploratore svizzero Jacob Burckhardt. Solo nel 1817 l'italiano Giovanni Battista Belzoni entrò per la prima volta al loro interno.

Protagonisti a metà del Novecento di un’impresa titanica senza precedenti, che ancora oggi rappresenta una pietra miliare ineguagliabile nella storia dell’archeologia, sono ufficialmente nella lista dei Patrimoni dell’Unesco dal 1979.

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La valle dei Templi

La valle dei Templi copre un'area archeologica di 1300 ettari sulla costa sud-occidentale della Sicilia e corrisponde all'antica Akragas del VI sec. a.C., il nucleo d'origine dell'attuale città di Agrigento. Ancora in gran parte sepolta sotto il terreno, è caratterizzata da una serie di importanti templi in stile dorico del periodo ellenistico.

Nel 1997 è stata inclusa dall'Unesco nella lista dei luoghi considerati Patrimonio Mondiale dell'Umanità e dal 2000 l’intera area è diventata Parco archeologico regionale.


 

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Il teatro antico di Epidauro

Il teatro antico di Epidauro, situato nella regione greca del Peloponneso, fu costruito verso la fine del IV secolo a.C. nei pressi del santuario di Asclepio, antica divinità della medicina. La struttura, progettata dall’architetto Policleto il giovane, già nell’antichità era ammirata per la sua acustica perfetta e per le sue forme armoniose. Avendo conservato nel tempo queste caratteristiche, oggi continua a suscitare stupore; è un posto unico in cui assistere a spettacoli teatrali e musicali.

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Il Partenone e l'acropoli di Atene

Il Partenone risale al V secolo a.C. ed è il tempio più grande di quelli presenti sull’acropoli, la parte più elevata della collina che sovrasta la città di Atene. Fu edificato per volere di Pericle dopo le Guerre persiane e fu dedicato ad Athena Parthénos, dea protettrice della città.

L’intera acropoli fu inserita nel 1987 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco come “simbolo universale dello spirito classico e della maestria architettonica della civiltà greca antica” o, per usare le parole dello storico Giovanni Marginesu, “simbolo pietrificato” della grandezza dell’Atene classica.

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I parchi archeologici di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata

In Campania, in provincia di Napoli, alle pendici del monte Vesuvio, si trova uno dei più importanti siti Patrimonio dell’Unesco. Esso include, dal 1997, ben tre aree archeologiche: quella di Pompei, di Ercolano e di Torre Annunziata, quest’ultima facente parte del più ampio parco archeologico di Pompei.

Tutte e tre queste città sorgevano alle pendici del monte Vesuvio, un vulcano che nel 79 d.C. eruttò sommergendole di lapilli e cenere vulcanica (Pompei) e fango vulcanico (Ercolano), e facendo morire la maggior parte degli abitanti per asfissia. Ma proprio questi materiali che le coprirono completamente hanno permesso di farle arrivare ai nostri giorni in un ottimo stato di conservazione.

All’interno di queste aree archeologiche, infatti, si trovano alcune delle ville romane meglio conservate al mondo, che rispecchiano perfettamente il III criterio valutativo dell’Unesco, cioè quello di Rappresentare una testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa”: la Villa dei Misteri nell’antica città di Pompei, la Villa dei Papiri nell’antica Ercolano, la Villa di Poppea nell’antica Oplontis, cioè l’odierna Torre Annunziata.

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Le necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia

Le necropoli della Banditaccia e Monterozzi sono i principali cimiteri delle antiche città-stato etrusche di Cerveteri e Tarquinia.      La prima, posta a pochi chilometri dalla costa e a circa 40 km da Roma, contiene migliaia di sepolcri organizzati in modo simile a una pianificazione urbana - con strade, piazzette e quartieri -; la seconda, nella Tuscia meridionale a 40 km da Viterbo, contiene 6000 sepolcri scavati nella roccia e, con i suoi 130 ettari, è il complesso più esteso che si conosca.

Queste necropoli costituiscono preziose testimonianze del popolo etrusco che instaurò la prima civilizzazione urbanizzata nel Mediterraneo occidentale, sopravvissuta per circa 700 anni, dall’VIII al I secolo a.C. Proprio per questo motivo sono state inserite nel 2004 nella lista dei Patrimoni dell’Unesco e a fine giugno 2021 è nato ufficialmente anche il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia che comprende la necropoli della Banditaccia, il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia e la necropoli di Monterozzi.

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Il Pergamonmuseum di Berlino

Il Pergamonmuseum, il Museo di Pergamo, è uno dei più importanti musei archeologici del mondo, perché conserva al suo interno ricostruzioni architettoniche e collezioni di sculture di epoca greca e romana. Si trova in Germania, più precisamente a Berlino, sull’Isola dei Musei. Questa isola, in tedesco Museumsinsel, è la parte settentrionale di un’isola sul fiume Sprea, nel Mitte, un quartiere centrale e il nome "Isola dei musei" è stato utilizzato per la prima volta nel 1870 visto il gran numero di musei presenti in questa area.

Nelle tre ali esistenti del Pergamonmuseum – una quarta è in fase di costruzione - sono ospitati: il Museo dell'Asia Minore e il Museo di Arte Islamica con oggetti d'arte datati dall'VIII al XIX secolo, oltre a monumentali edifici ricostruiti a dimensioni naturali, con parti tratte dai siti originari di scavo, come l'altare di Pergamo o la porta del mercato di Mileto, la porta di Ishtar, la facciata di Mschatta.

Per l'immensa importanza culturale e artistica, l'Isola dei Musei è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità nel 1999.

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Il sito archeologico di Palmira

Palmira, posta in una oasi a 240 km a nord-est di Damasco, deve il suo nome alla lingua greca: il nome deriva infatti dal greco Palmyra, che è la traduzione dell'aramaico Tadmor (“palma”). Quella che oggi appare come una distesa di rovine monumentali nel deserto, è stata per lungo tempo un importante centro carovaniero, anche grazie all’abbondanza delle sorgenti, tanto da essere soprannominata dai viaggiatori e dai mercanti la “Sposa del deserto”, in quanto punto di sosta e luogo di collegamento tra l'Occidente (Roma e le principali città dell'Impero) e l'Oriente (la Mesopotamia, la Persia, fino all'India e alla Cina).

Tra il I e il III sec. d.C. Palmira fu una delle metropoli commerciali più vive e, anche dopo che i romani fecero della Siria una loro provincia, riuscì a mantenere una certa indipendenza e importanza commerciale. Nel III secolo d.C. diventò la capitale del Regno di Palmira, un impero di breve durata governato dalla regina Zenobia, ma la città si sviluppò soprattuto sotto i romani, prima di essere conquistata dagli arabi nel 634; da quel momento la sua importanza diminuì a tal punto che Palmira andò in rovina.

Le sue monumentali rovine, testimonianza del suo ruolo di centro culturale nell’antichità, le hanno permesso di essere inserita tra i Patrimoni dell’Unesco nel 1980.

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L'Arena di Verona

Nel centro storico di Verona sorge il suo edificio simbolo, l’Arena, un anfiteatro romano costruito nel I secolo d. C. L’eccezionalità dell’Arena non sta tanto nelle sue dimensioni, quanto nel suo sorprendente stato di conservazione: l’edificio testimoniò invasioni, terremoti, guerre e saccheggi, ma rimase sostanzialmente integro. Già in epoca rinascimentale si riconobbe la sua importanza architettonica e storica e, di conseguenza, si diede avvio al suo restauro, in modo da preservarla per le generazioni future.

L’intero centro storico di Verona, dal 2000, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

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La villa Adriana a Tivoli

Villa Adriana sorge in un territorio verdeggiante e ricco di acque nei pressi di Tivoli, l’antica Tibur, a pochi chilometri da Roma. Costruita dall’imperatore Adriano tra il 121 e il 137 d.C. come rifugio dal caos della capitale, si estendeva su un’area di almeno centoventi ettari e comprendeva strutture residenziali, terme, ninfei, padiglioni e giardini. Tutti gli edifici erano collegati fra loro con percorsi di superficie e sotterranei. Straordinaria era la ricchezza delle decorazioni architettoniche e scultoree della villa, grazie alle suggestioni dei luoghi ammirati da Adriano durante i suoi viaggi attraverso le province dell’Impero. Dopo la sua morte però fu abbandonata e durante il Medioevo diventò terreno agricolo e anche cava di materiali edili di pregio. La scoperta della presenza della villa avvenne solo nel XVI secolo ad opera di Pirro Ligorio e attualmente l’area visitabile è di circa 40 ettari.

Esempio innovativo e sorprendente dell’architettura romana del tempo, è stata dichiarata nel 1999 Patrimonio dell’Umanità Unesco.

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I monumenti paleocristiani di Ravenna

All’interno degli edifici religiosi paleocristiani e bizantini di Ravenna, una delle città decantate da Gabriele d’Annunzio nella sua opera Le città del Silenzio, è conservato un ricco patrimonio di mosaici. Edificati tra il V ed il VI secolo d.C., essi sono otto - il mausoleo di Galla Placidia, il battistero Neoniano, la basilica di Sant’Apollinare Nuovo, il battistero degli Ariani, la cappella arcivescovile, il mausoleo di Teodorico, la chiesa di San Vitale e la basilica di Sant’Apollinare in Classe - e raccontano le vicende di un territorio e di una città eletta per ben tre volte capitale: dell’Impero romano d’Occidente prima (402 d.C.), di Teodorico re dei goti poi (493-553 d.C.) e, in ultimo, dell’Impero di Bisanzio in Europa fino alla conquista longobarda della città nel 751 d.C.

Questi monumenti sono così unici al mondo, per ricchezza e qualità artistica delle decorazioni musive, che sono stati inseriti nel 1996 nella lista dei siti Patrimonio dell'Umanità dell’Unesco.

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Il museo cristiano di Cividale

Cividale del Friuli è stata fondata in epoca romana da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui poi ha preso il nome tutta la regione, successivamente divenne il capoluogo del ducato longobardo del Friuli.

Proprio nel museo cristiano - aperto in locali adiacenti al Duomo nel 1946 - sono raccolte, nelle sezioni denominate “Patrimonio longobardo” e “Tesoro del Duomo”, alcune tra le testimonianze più rappresentative della scultura altomedievale, soprattutto di epoca longobarda. Il “Patrimonio longobardo” è costituito da due celebri monumenti che fanno anche parte del sito Patrimonio dell'Unesco dal 2011 denominato “Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”: l’altare di Ratchis (recentemente restaurato con la riscoperta di alcune policromie originarie) e il ciborio di Callisto. Il “Tesoro del Duomo” consta invece di oggetti liturgici e di oreficeria, opere d’arte pittorica - di particolare importanza il Noli me tangere del pittore Pordenone e due opere di Veronese - oltre a sculture, manoscritti e codici.

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Samarcanda

Samarcanda, il cui nome nella lingua locale significa "Fortezza di pietra", è una città dell’Uzbekistan situata al centro dell’antica via della Seta, la principale rotta commerciale tra la Cina e l'Europa. Marco Polo, nel libro Il Milione, il resoconto del suo viaggio in terre asiatiche intrapreso verso la fine del 1200, la descrive così: "...è una città nobile, dove sono bellissimi giardini, e una pianura piena di tutti i frutti, che l'uomo può desiderare. Gli abitanti, parte son Cristian, e parte Saraceni, e sono sottoposti al dominio d'un nepote del Gran Can". Nel corso della sua storia, lunga circa 2700 anni, fu infatti conquistata e dominata da numerose popolazioni: era capitale del Primo impero persiano già quando Alessandro Magno giunse in quei territori, successivamente fu posta sotto il controllo arabo, poi nel 1370 Tamerlano, condottiero mongolo, decise di renderla magnifica e usarla come capitale del suo Impero - quello timuride - che si sarebbe esteso dall'India alla Turchia. Abbandonata definitivamente nel XVIII secolo, nel 1868 Samarcanda divenne parte dell'Impero russo e infine parte dell'Unione Sovietica fino al 1991.

La sua storia unica e millenaria che l’ha resa un “crocevia di culture” le ha permesso di essere inserita tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco nel 2001.

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La Piazza dei Miracoli di Pisa

Piazza dei Miracoli, il cui nome le è stato attribuito soltanto nel dopoguerra quando Gabriele D’Annunzio, nella sua opera "Forse che sì, forse che no" del 1910, la cita così: “L’Ardea roteò nel cielo di Cristo, sul prato dei Miracoli”.  Essa è situata nell’estremo nordoccidentale della città di Pisa, quasi fuori dal paese (infatti anticamente sorgeva nei pressi di un antico porto fluviale sulle rive del fiume Auser, oggi scomparso). La piazza accoglie, su un’ampia distesa di prato verde, tre bianchissimi capolavori architettonici medievali che simbolizzano le principali tappe della vita umana: il Battistero la nascita, la Cattedrale di Santa Maria Assunta la vita e il Camposanto allude alla morte. La torre pendente, alta 57 metri e probabilmente la più famosa delle costruzioni della Piazza grazie alla sua evidente inclinazione, è in realtà il maestoso campanile del Duomo.

Capolavoro ineguagliabile del romanico pisano, Piazza dei Miracoli è stata inserita tra i siti Patrimonio dell'Umanità dell’Unesco nel 1987.

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La basilica di Santa Sofia a Istanbul

La basilica di Santa Sofia, dedicata appunto alla Sophia, “Divina Sapienza”, e nota anche come Santa Moschea della Grande Hagia Sophia, è uno dei principali esempi di architettura bizantina e si trova a Istanbul, in Turchia. I lavori di costruzione iniziarono nel 532 d.C. sui resti della basilica voluta da Teodosio II e distrutta da un incendio.    

Per secoli simbolo della cristianità e, tra il 1204 e il 1261, anche sede papale, è stata successivamente presa dagli Ottomani e trasformata in una moschea, rimanendo tale per più di 500 anni. Nel 1935 la moschea è stata sconsacrata e riconvertita in un museo per volere di Mustafa Kemal Atatürk; questo fino al Il 10 luglio 2020 quando, con un decreto del presidente turco Erdoğan, è stata nuovamente aperta al culto islamico, rimanendo comunque un museo.

Il centro storico di Istanbul, dove troneggia anche la sfarzosa basilica di Santa Sofia, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco nel 1985.

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I palazzi arabo-normanni di Palermo

La Sicilia, con i suoi sette siti riconosciuti dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, è la regione italiana col più alto numero di onorificenze. Ultima eletta e proprio Palermo, che dal 2015 con i suoi palazzi dall'architettura arabo-normanna è parte anch’essa della prestigiosa World Heritage List.

Questi palazzi sono otto e includono: in pieno centro storico, il Palazzo Reale o dei Normanni, la Cappella Palatina, la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio o della Martorana, la chiesa di San Cataldo e la Cattedrale; nelle opposte zone periferiche della città, il castello della Zisa, all'epoca fuori dall'impianto cittadino, e il ponte dell’Ammiraglio. Nella lista dei Patrimoni Unesco vengono inoltre inclusi il Duomo di Cefalù e quello di Monreale, appena fuori città.

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La cappella Palatina nella cattedrale di Aquisgrana

La cappella Palatina, parte integrante della cattedrale di Aquisgrana (l’odierna Aachen), era inizialmente l’edificio rappresentativo del palazzo imperiale, ormai quasi del tutto scomparso, di Carlo Magno (742-814). Egli scelse infatti la città di Aquisgrana nel 794, vista la sua ottima posizione al confine tra Germania e Olanda, come sede stabile del suo regno. Il suo intento fu subito quello di edificare una sua cappella e la costruzione doveva avvenire secondo il modello delle cappelle imperiali paleocristiane, specialmente quella di San Vitale a Ravenna: a pianta ottagonale, sovrastata da una cupola e adornata da preziose decorazioni musive.

Proprio la presenza di questa cappella ha permesso alla cattedrale di Aachen di essere inserita nel 1978 tra i siti Patrimonio dell'Umanità dell’Unesco.

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Granada arabo-andalusa: Alhambra, Generalife, Albaycín

Nel Medioevo, quando il sud della Spagna era dominato da popoli islamici, la città andalusa di Granada era un centro molto importante. Testimonianze tangibili di questo antico splendore, dal 1984 riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, sono l’Alhambra, un complesso architettonico fiabesco, che comprende palazzi, giardini e una fortezza, il quartiere di Albaycín, con le sue mura e le sue torri, e il Generalife, una villa degna di un sultano immersa in giardini lussureggianti.

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La cattedrale di Notre-Dame

Con le sue gargolle e i suoi archi rampanti, la cattedrale di Notre-Dame si erge maestosa nel cuore di Parigi da molti secoli: la sua costruzione fu infatti completata nel 1250. A partire dal Quattrocento iniziò per Notre-Dame un lungo periodo di declino che portò al degrado dell’edificio. Solo nell’Ottocento si avviarono i restauri, che restituirono a questa cattedrale gotica tutto il suo splendore. Da allora Notre-Dame è soggetta a manutenzioni e controlli continui; purtroppo, quest’attenzione non ha potuto evitare che nel 2019 un incendio ne devastasse il tetto.

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L'Eur: architettura e propaganda

Il quartiere Eur di Roma nasce negli anni Trenta come sede dell’Esposizione Universale programmata per il 1942. A causa della Seconda guerra mondiale, il cantiere non verrà mai concluso, né si terrà l’esposizione. Gli edifici completati, tra cui il Palazzo della Civiltà italiana, sono la testimonianza più monumentale tanto della concezione architettonica e urbanistica degli architetti attivi per il regime fascista, quanto del massiccio uso propagandistico delle arti da parte di Benito Mussolini.

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Auditorium Parco della Musica

L’auditorium Parco della Musica di Roma si trova lungo la via Flaminia, in una zona della città un tempo in preda al degrado. L’idea di costruire qui un auditorium nacque infatti nel 1993 con lo scopo di riqualificare l’area. Il progetto fu affidato, in seguito a un concorso, all’architetto Renzo Piano e al suo studio. La costruzione fu portata a termine nel 2003 e da allora è la sede dell’orchestra e coro dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma.

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Il castello di Fénis

Tra i castelli medievali meglio conservati d’Italia c’è quello di Fénis in Valle d’Aosta, appartenuto ai nobili Challant dal Duecento fino all’inizio del Settecento e soggetto nel tempo a numerose opere di ampliamento. Il castello è curioso perché presenta sia le caratteristiche della fortificazione sia quelle della residenza signorile: non è collocato su un’altura, bensì su una dolce collinetta, ha un'imponente doppia cinta muraria ma anche una serie di ambienti elegantemente affrescati.

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La cattedrale di Santa Maria del Fiore

Sul cielo terso di Firenze si staglia la magnifica cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore. La costruzione dell’edificio iniziò nel 1296, su progetto di Arnolfo di Cambio, ma, dopo la morte dell’architetto, i lavori proseguirono molto a rilento. Tra quelli che intervennero, ci fu anche Giotto, responsabile del campanile. La struttura fu completata nel 1436 con la famosa cupola, ideata dal grande Brunelleschi. La facciata, invece, rimase incompiuta fino al 1884, quando fu realizzata in stile neo-gotico.

L'intero centro storico di Firenze è, dal 1982, uno dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco.

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La Colonna traiana

Nel centro storico di Roma c’è un’alta colonna isolata che porta scolpita una storia: è la Colonna traiana, fatta erigere nel 113 d.C. per celebrare le vittorie contro i traci dell’imperatore Traiano. La peculiarità del monumento consiste nel fatto che esso è completamente ricoperto da un fregio che si dispiega a spirale intorno al fusto della colonna e sul quale sono scolpiti i momenti salienti della campagna militare. I romani, che fino ad allora avevano imitato l’arte greca, con questa colonna inventarono una nuova forma d’arte.

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L'area archeologica e la basilica patriarcale di Aquileia

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Persepoli

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La villa romana del Casale a Piazza Armerina

Nella città di Piazza Armerina, che sorge sui monti Erei nell'entroterra del golfo di Gela al centro della Sicilia, si trova una delle più spettacolari residenze rurali del Basso Impero: la villa del Casale. Questo complesso, datato tra la fine del I secolo e il III secolo d.C., raggiunse il suo massimo splendore nel IV secolo d.C. quando, dopo il terremoto del 361-363 d.C., venne ampliato e arricchito di sontuose stanze e di un grande complesso di bagni, arrivando a un totale di 48 ambienti su una superficie di circa 3500 m².                    L’intero apparato decorativo pavimentale era composto da mosaici, molto probabilmente eseguiti da maestri africani, che rappresentavano scene di vita quotidiana, eroi, divinità, scene di caccia e giochi giunti pressoché intatti fino ai giorni nostri, permettendoci così di avere un quadro completo della vita imperiale romana. Abitata anche nelle epoche successive, si costituì infine nell’area uno spazio agricolo denominato il Casale, da cui proviene l’odierna denominazione dell’area archeologica.

Grazie a un'importante campagna di scavo condotta verso la metà del Novecento che la riportò alla luce, nel 1997 è stata inserita nei Patrimoni dell'Umanità dell’Unesco.

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Il centro storico di Siena

Siena ha mantenuto nei secoli il proprio assetto urbanistico e pertanto rappresenta un esempio straordinario di Comune medievale: i suoi edifici e il corpus di opere d’arte in essi custodite sono la testimonianza di uno dei capitoli più rilevanti del Gotico italiano e allo stesso tempo manifestano la realtà sociale di quel tempo. Proprio per la sua integrità, il centro storico di Siena è iscritto nel Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.

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Il Trionfo della morte di Palermo

Il grande affresco raffigurante il Trionfo della morte, conservato nella Galleria Regionale della Sicilia, mostra un tema ricorrente dell’età gotica, vòlto a ricordare quanto siano effimeri i beni terreni di fronte all’inesorabilità della morte. È un’iconografia che si diffonde soprattutto a partire dal XIV secolo e per questo viene messa in relazione alla “crisi del Trecento”.

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Il centro storico di Napoli

Il fascino di Napoli non consiste soltanto nella ricchezza architettonica e artistica, ma anche nell’ininterrotta stratificazione culturale del suo centro storico. A partire dalla fondazione di Neápolis nel VI secolo a.C., la città si trasforma senza soluzione di continuità in città romana e in centro medievale, per poi rimanere capitale dei regni succedutisi in Sud Italia fino all’Unità, sempre mantenendo il proprio assetto.

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L'anfiteatro di Nîmes

La città di Nîmes, fondata come colonia romana nel I secolo a.C., presenta in ottimo stato di conservazione alcuni dei suoi monumenti antichi più rilevanti, fra cui la maestosa arena per i giochi gladiatori. Le vestigia dell’antica Nemausus dimostrano come le città provinciali di nuova fondazione ripropongano l’assetto e gli edifici dei centri romani, in una continuità di stile di vita che si propaga in ogni parte dell’Impero romano.

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Le catacombe di Priscilla

A partire dal II secolo, fra i cristiani si diffonde l’abitudine di seppellire i propri morti nelle catacombe, grandi reti di gallerie sotterranee scavate su più livelli ed estese per decine di chilometri. Questa pratica è visibile soprattutto a Roma, ad esempio nelle catacombe di Priscilla, sulla via Salaria, utilizzare dal II al V secolo. Il complesso permette di osservare le diverse tipologie sepolcrali e le loro decorazioni, che sono fra le prime testimonianze di arte cristiana.

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I monasteri di Meteora in Grecia

In Tessaglia, ai margini della catena montuosa del Pindo, il processo erosivo del suolo ha creato alte torri di roccia affacciate vertiginosamente sulla pianura. Sulle vette di questi spettacolari speroni, nel corso del Trecento sono sorti numerosi cenobi pressoché irraggiungibili: i monasteri di Meteora. I sei complessi recuperati nel corso del Novecento sono diventati Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco per la straordinarietà della loro posizione geografica e per la loro lunga storia, che testimonia le vicende della Chiesa ortodossa dai secoli della decadenza dell’Impero bizantino fino all’annessione nell’Impero ottomano.

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Il Bosco Verticale di Milano

Il Bosco Verticale, inaugurato il 10 ottobre del 2014, è composto da due torri “rivestite non di vetro, ma di foglie, di piante, di arbusti, di alberi, di vita” progettate da Boeri Studio dell’architetto Stefano Boeri. Ancora oggi sono uno degli esempi di architettura più visionari del nostro tempo e infatti, oltre a essere replicato in diverse città, da Losanna a Chicago, da Utrech a Nanchino, è stato oggetto di numerosi riconoscimenti e premi tra cui quello di Migliore Architettura del Mondo 2015” in quanto grattacielo più bello e innovativo del mondo.

Sorge nel Centro direzionale di Milano, perlopiù composto da grattacieli, ai margini del quartiere Isola, a 2,5 km da piazza del Duomo e lungo un importantissimo nodo per i trasporti sia su gomma sia su rotaia, visto che è servito dalla metropolitana.

 

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Il museo Canova Tadolini di Roma

Nel cuore di Roma, in via del babuino, una delle strade da sempre scelte dagli artisti per le loro botteghe, all’angolo con via dei Greci dove è presente la sede del conservatorio di Santa Cecilia, sorge il museo Canova Tadolini in quello che era lo studio dello scultore Antonio Canova (Possagno, Treviso, 1757 - Venezia, 1822) e che lasciò “in eredità”, pochi anni prima della sua morte, al suo allievo prediletto Adamo Tadolini (Bologna 1788 - Roma 1868). L’atelier restò alla famiglia Tadolini per quattro generazioni, dal 1818 fino al 1967, per poi riaprire nel 2003 come museo-ristorante.

La particolarità di questo luogo è infatti quella di poter mangiare seduti accanto alle opere di questi artisti dalla fama internazionale, in un'ambientazione rimasta pressoché inalterata nel tempo grazie a un restauro conservativo che ha rispettato i colori, i materiali e il casuale accostamento delle opere dell'originaria bottega.

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La chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza

La chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza sorge nel quartiere sant’Eustachio di Roma, all’interno del cortile del Palazzo della Sapienza, dal XV secolo sede dell’Università di Roma fino al 1935, quando venne trasferito qui l'Archivio di Stato.

Tutto ha inizio nel XVI secolo quando papa Pio IV commissionò la ricostruzione dell’intero edificio. Nel 1587 i lavori, dopo una pausa di alcuni anni, furono presi in carico da Giacomo Della Porta (1532-1602) sotto papa Sisto V e in quest'occasione venne costruita la facciata sull’attuale corso del Rinascimento, demolita la vecchia cappella e realizzata la parete semicircolare utilizzata come facciata della chiesa che fu dedicata a Sant’Ivo, presbitero francese del XIII secolo.

Successivamente, sotto il pontificato di Urbano VIII Barberini, fu Francesco Borromini (Bissone, Svizzera, 1599 - Roma, 1667) a portare a termine, poco dopo la metà del XVII secolo, l’intero complesso, compresa la chiesa che è considerata come uno dei capolavori dell'architetto e di tutta l'arte barocca.

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La reggia di Caserta

La reggia di Caserta sorge nella pianura sottostante il borgo medievale di Caserta (la zona oggi conosciuta come Casertavecchia) ed è stata commissionata da Carlo III di Borbone a Luigi Vanvitelli nel 1750. L’intento del re di Napoli era quello di costruire una sede per la corte e per il potere politico e amministrativo. Il progetto concepito da Vanvitelli risultò da subito grandioso, perché doveva essere all’altezza delle più importanti regge europee, e il modello da imitare era naturalmente Versailles.

Dal 1997 la reggia di Caserta, il suo parco e l’acquedotto sono nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell’Unesco.

 

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